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Le Loro Storie - Storie page 1
...Sebbene lui guardasse questi occhi dallo specchio retrovisore dell'automobile mentre si allontanava , non tornava indietro! Io per un po' sono rimasto lì... immobile , poi qualcuno mi ha salvato la vita!  Ora sono in un canile , divido la gabbia  con un  amico , non sono felice e non lo sarò più... ma sono VIVO !

 

 



Bernardo era un pastore maremmano, quasi nero perché si rotolava sulle strade del mio quartiere, dove era stato abbandonato, non era molto furbo, sedeva in mezzo alla strada incurante dell'autobus che lo raggiungeva, si faceva malmenare, non sapeva rovistare tra la spazzatura in cerca di cibo, giocava con i gatti....io mi sono innamorata di lui vedendolo trottola re sotto mio balcone e così l'ho iniziato ad accudire ma non è mai voluto entrare nella mia casa; tutte le sere alle 22:00 circa si fermava sotto il mio balcone e aspettava che gli dessi un appuntamento per poco dopo, ci parlavamo....una sera dopo soli 4 mesi di gioia è mancato all'appuntamento, l'ho cercato, ho trovato solo la storia della sua morte, atroce, per mano di qualche delinquente che aveva scelto lui come vittima di una bravata notturna. Dopo 7 mesi ho incontrato Pelliccione, lui era più sveglio, da più anni era costretto alla vita randagia, era meglio organizzato e per sua fortuna era capitato in un quartiere in cui gli volevano bene. Per un anno e mezzo, fino allo scorso 9 luglio, sono andata ad accudirlo, gli ho comprato una cuccia, gli antiparassitari, l'ho curato, ho rinunciato per una corsa insieme a lui a molta vita sociale, ho beccato febbroni per coprire lui con l'ombrello durante gli improvvisi acquazzoni....con in testa sempre la stessa vocina " devo fare tutto ciò che non ho potuto fare per Bernardo". Il 5 luglio stava male, non si reggeva sulle zampe posteriori, non mi scodinzolava, la corsa dal veterinario, diagnosi di sciatalgia e di 9 anni di randagismo; dovevo dargli altri medicinali ma non l'ho più trovato, 3 giorni di ricerche nei suoi luoghi. L'hanno trovato sotto un oleandro vicino la cuccia dopo quei 3 giorni, morto, mi hanno detto che doveva essersi nascosto per morire, che aveva scelto una morte fiera come era stata la sua vita, che era meglio che non lo avessi visto morto, che lui voleva che lo ricordassi vivo, accucciato ai miei piedi!  Da allora non rammento di aver più gioito veramente, il dolore si è raddoppiato, la mente mi dice che non devo riamare un cane vecchio, stanco e randagio ma i miei occhi ogni volta che cammino per Roma cercano Bernardo, Pelliccione o il cane che loro mi vorranno affidare....finirà così, lo so già!


PER  FIDO LE STESSE CURE DEL NONNO

(dal "il messaggero" del 21.07.1999)
stralcio dell'intervista al  Veterinario Dott. Amerio Pievaroli
...Mi e' capitato ad esempio, il caso di un pastore tedesco che aveva una grave malattia degenerativa del midollo spinale. Non si poteva più muovere. La proprietaria, una ragazza dell' Eur, si era fatta costruire una sorta di '' pancera con maniglie '',grazie alla quale riusciva a farlo camminare sorreggendolo dall'alto. La notte gli dormiva accanto, per soccorrerlo ogni volta che guaiva.
 Questa storia e' andata avanti due anni, fino a quando l'animale non e' morto di vecchiaia, e quando le ho chiesto il perché lo avesse fatto, mi ha risposto sorridendo '' e come avrei potuto rinunciare a quel suo modo di accogliermi, quando tornavo a casa? Dopo tutto quello che in 10 anni mi aveva dato, era il minimo che potessi fare per lui ''.





Avevo un cagnolino, un bellissimo bastardino trovato per strada, è stato soppresso anche lui. la sua unica colpa è stata quella di aver morso per gioco un bambino che aveva infilato la mano nel mio balcone dove Truck (così si chiamava) amava stare all'ombra, al riparo dal cocente sole di agosto.
Non aveva neanche lasciato il graffio con quel morsetto; aveva poco + di 5 mesi a quel tempo. Pochi giorni dopo mi sono piombati a casa 2 incaricati dell'ufficio di igiene pubblica a prenderlo in consegna, era un giovedì, il sabato ho saputo che il mio Truck sarebbe stato soppresso entro la settimana successiva. Inutile il gran giro di telefonate effettuate da mio padre, ci siamo sentiti rispondere che quel cane era pericoloso e che non si poteva fare niente, che erano spiacenti. in fondo non è stato il cane ad andare a cercare il bambino, nessuno gli ha detto di infilare la mano attraverso le maglie della rete che cingeva il balcone, più volte abbiamo provato a spiegarlo, ma niente; il mercoledì mattina successivo, alle 11.00 in punto Truck aveva cessato di vivere,e insieme a lui, in quel momento, anche la mia fede  in quelle istituzioni che dicono di tutelarci. Lui era un cucciolo di poco più di 5 mesi, io ero un bambino di appena 9 anni






La padrona l'ha trovato semi paralizzato dopo un incidente. Ma il cane è tornato felice anche se è costretto su una carrozzina

"Gentile redazione di SOS animali, vi voglio raccontare una storia che che vivo da quasi due anni. Il 23 ottobre 1998 ho trovato in mezzo alla strada un cane, un bellissimo cane, che ho soccorso e portato dal veterinario in quanto era stato travolto da una macchina. Il cane aveva subito una frattura della colonna vertebrale, per cui era paralizzato, permanentemente, da metà schiena in giù.
In questi casi, spesso, il cane viene soppresso, tanto più se non è il tuo, ma quel cane, nonostante le sue condizioni, mi dimostrava un amore immenso per la vita e la assoluta volontà di non rassegnarsi.
Non ho avuto il coraggio di farlo morire ed oggi ne sono felice perché, seppure le sue condizioni non siano cambiate, Buch, così l'ho chiamato, vive una vita quasi normale, è un cane felice che è tornato a correre grazie ad una sedia a rotelle che gli ha costruito mio padre.
Sembra incredibile, ma è proprio così. Certo avere un cane in queste condizioni comporta spesso sacrifici, ma non mi pesano mai perché vederlo correre felice per i campi mi compensa di qualsiasi cosa. Buch, non avendo sensibilità nella parte inferiore del suo corpo, viene aiutato ad urinare e a defecare, ma essersi tolto questo pensiero non sembra creargli problemi.
Non cerco pubblicità, non fraintendetemi, vorrei soltanto far capire a chi dovesse trovarsi nelle mie stesse condizioni che esiste una possibilità di continuare una vita quasi normale anche per i nostri amici a 4 zampe.
Gli animali, a differenza di noi esseri umani, hanno una maggior capacità di adattarsi alle nuove situazioni, non si pongono problemi estetici o esistenziali di alcun genere, considerano una vita degna di essere vissuta solo per il fatto di avere la possibilità di correre, mangiare, dormire e, soprattutto, di essere amati e di ricambiare quell ' amore.
Ripeto che tutto questo comporta qualche sacrificio e anche delle spese, ma sono sicura che ci sono persone che, amando gli animali come me, sarebbero disposte a tali compromessi".

Lettera firmata



(La Lolita ha solo 3 zampine e ½ e come quasi tutti gli ospiti dei canili non se ne conosce il passato. Ho scritto queste poche righe dedicate a lei per esprimere i miei sentimenti e raccontare brevemente  del suo arrivo nella mia famiglia.)

"Guardo con tristezza la sua zampina anteriore amputata. E' terribile, sembra tagliata di netto con le forbici........non mi  sembra neanche possibile eppure non c'è. Sta seduta fiera reggendosi con l'altra, bellissima, screziata di bianco e mi guarda.
Cerco nei suoi occhi dolcissimi e tristi  una  risposta a questo mio ostinato voler sapere."Cosa ti hanno fatto" - continuo a chiederle. "Chi è quel mostro che ha avuto il coraggio di abbandonarti ?" Non lo saprò mai e lei non potrà mai rispondermi e raccontarmi quanta sofferenza e quanta paura conserva nel suo giovane cuore. Ma, in fondo poco importa.
Ora è qui con noi, al sicuro, per sempre. Forse potrà dimenticare la sua sofferenza, spero, ma sovente in sogno si lamenta e piange come un
bambino. Ripetuti singhiozzi che fanno sobbalzare quel corpicino color miele, caldo e pelosetto. Anche le sue lunghe orecchie vibrano ma, la coda rimane stretta tra le zampine posteriori.
Rivedrà la tagliola che le ha infierito tanto dolore? (forse è questo che è accaduto) O peggio rivivrà i momenti di terribile angoscia nella solitudine dell'abbandono. Allora la stringo più forte a me per darle tutto l'amore che non ha ancora avuto.
E pensare che quel giorno al canile, mio marito non si voleva neanche fermare. Eravamo passati per lasciare alcuni sacchi di pane e crocchette, ma dopo le mie insistenze, come avevamo già fatto altre volte e essendo in compagnia del nostro inseparabile Ariosto,  abbiamo chiesto di portare a passeggio una femmina in modo che non litigassero. "Prendete quella"- ci hanno detto, indicandoci un musetto che faceva capolino da un recinto poco più in là  -  "....deve ancora uscire". Ed è stato amore a prima vista........... solo un attimo dopo ci siamo accorti della sua zampina a metà. "Non possiamo proprio lasciarla qui" - mi ha detto mio marito sapendo che io non aspettavo altro. Sovente avevo espresso il desiderio di adottare una cagnolina al canile. Sarebbe stata una compagna per Ariosto e avrei reso felice almeno uno dei tanti tristissimi ospiti che speranzosi si affacciano da quelle sbarre.
Ora, nel nostro piccolo appartamento siamo in quattro. Certo, questo comporta qualche sacrificio in più, talvolta qualche piccolo problema logistico, molti peli sui tappeti, l'aspirapolvere sempre a portata di mano. Ma, quando la sera siamo tutti in casa, comodamente sdraiati sul divano, e Ariosto russa tranquillo, arrotolato sulla poltrona con Lolita accucciata al suo fianco, l'atmosfera è così bella, rilassante e piena d'amore che non potremmo più farne a meno."

Laura






 
di Francesca Nicolazzo

Più che una persecuzione ad Isola Vicentina. Dopo un tentativo di avvelenamento, denunce, ed una condanna, sono riusciti ad uccidere i cani di una signora.
 
18 gennaio 2002 - Vivo sola ad Isola vicentina, nella casa che era della mia famiglia e che per questo amo, come parte della mia storia personale. Lavoro tutto il giorno in città e ritorno ad Isola solo la sera. Salvo la domenica dunque, buona parte del mio tempo la trascorro fuori casa.

Tanta assenza non è tuttavia sufficiente a certi miei vicini di casa, le cui vessazioni intollerabili - atti di ingiustificata barbarie - da anni sopporto. Una vera e propria piccola guerra da mentecatti è quella che hanno scatenato contro la mia persona: minacce, insulti, atti di vandalismo ai danni della mia proprietà, un tentativo di avvelenamento dei miei cani, chiacchiere diffamatorie, telefonate anonime nel cuore della notte, addirittura tentativi di aggressione fisica. Il livore che questi "signori" nutrono nei miei confronti li ha indotti finanche a cimentarsi in ridicoli riti stregonici contro di me. Mi sono infatti imbattuta in bamboline infilzate, biglietti maledicenti e sciocchezze simili. Fortunatamente non sono un soggetto superstizioso o impressionabile e dei loro "vodoo" mi sono disinteressata.
Da persona civile che confida ostinatamente nelle istituzioni e nella giustizia ho invece puntualmente denunciato alle autorità competenti i miei vicini per ogni loro comportamento rappresentante reato ai miei danni. Anni di vessazioni e di denunce rimaste ad attendere da qualche parte. Lascio valutare a chi sta leggendo quale sia stata e purtroppo continua ad essere la qualità della mia vita privata. Finalmente, dopo tanta attesa, circa quindici giorni fa viene pronunciata una sentenza che, a seguito di una delle mie querele, condanna in via definitiva uno di questi personaggi. Non mi viene tuttavia nemmeno concesso di tirare un sospiro di sollievo per l'attesa pronuncia perché sono immediatamente travolta dall'ennesima e questa volta davvero insostenibile crudeltà: nell'arco dei quindici giorni successivi vengo annientata dalla morte atroce per avvelenamento delle mie tre amate cagnette.
Avevo salvato dall'abbandono, dalla strada, dal freddo e dalla fame quelle tre creature, le avevo curate ed amate per anni. Ero riuscita, forse sbagliando, a renderle fiduciose rispetto all'uomo e l'uomo (ma può
considerarsi tale il criminale che ha compiuto un tale gesto?) me le ha uccise. Sono morte orribilmente, dissanguate da un'emorragia che nemmeno i migliori veterinari sono riusciti ad arrestare. Onestamente credo sia davvero troppo. Mi è difficile rendere il senso di una pena così profonda. Pare che questi signori siano riusciti nell'intento che già si erano proposti due anni fa, quando tentarono di avvelenarmi i cani con il topicida e furono anche per questo da me denunciati (ad oggi, purtroppo, senza esito). Si sono anche concessi il piacere di urlarmi da casa loro che "la prossima te si ti". Prendo atto. Nonostante mi senta piegata dal dolore che ben può immaginare anche chi, pur non amando particolarmente i cani,è comunque dotato di sensibilità e civiltà ho trovato la forza per sporgere nei loro confronti una nuova denuncia. Forse i vicini di casa non sanno che la legge è severa con gli avvelenatori di animali: in base all'articolo 146 delle leggi sanitarie rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni ed una multa, oltre alle pene previste dalle norme sul maltrattamento e l'uccisione degli animali altrui.
Questa volta tuttavia non mi limiterò a denunciare. Debbo al ricordo degli occhi spaventati eppure pieni di amore delle mie cagnoline morenti una testimonianza di civiltà: segnalerò a tutte le associazioni protezioniste, oltre che all'opinione pubblica, lo strazio e la barbarie di quest'efferatezza perché chi l'ha commessa sappia che nessuno può comportarsi come un miserabile mascalzone senza sentirsi addosso gli occhi e la condanna di tutti coloro che stanno al mondo da persone per bene.
Storia proveniente da:
Virtual DOG



Luna e Dea

Io allevo Yorkshire e voglio raccontare un episodio vero che è accaduto a due mie Yorkies .
La mia cagnolina Luna era molto nervosa perché viveva sempre con sua figlia Dea e ora questa sembrava quasi sparita e Luna era ogni giorno sempre più nervosa, alla fine decisi di farla sbirciare nella stanza dove c'era Dea che a sua volta aveva i suoi primi cuccioli da crescere, appena Luna vide la figlia subito si calmò.   Luna corse in cucina e pretese che io le dessi un panino che era sul tavolo della cucina perchè era mezzogiorno e il tavolo era apparecchiato per il pranzo , afferrò il panino con la bocca e si diresse molto decisamente verso la stanza dei cuccioli, si fece aprire da me la porta e con una dolcezza infinita depositò il panino davanti alla cesta dove c'era Dea, diede una occhiata un po' curiosa ai cuccioli della figlia e  se ne andò in punta di piedi con una espressione di felicità sul viso veramente indescrivibile, da quel giorno e per tutti i giorni in cui Dea soggiornò nella stanza dei cuccioli, Luna portava in bocca un panino e lo depositava delicatamente davanti alla cesta della figlia.
Questo è l'amore che una mamma Yorkshire ha sempre nel cuore per i suoi figli anche quando questi sono cresciuti e penso che dovrebbe essere di esempio anche per molti di noi.
NB.* Luna e Dea non mangiavano il pane biggrin.......
Questo è l'episodio della mia vita con i miei Yorkshire che amo di più ricordare ma, è solo uno dei tanti , la mia vita senza i miei Yorkies non riesco nemmeno ad immaginarla, loro sono la gioia di mio marito e mia, e i nostri vecchi sono la nostra storia ed è bello ricordare  tutte le emozioni meravigliose che ci hanno regalato.

Il mio Max

Non so esattamente in che giorno nacque il mio bellissimo gattone Max, ma posso raccontare come io, anzi , come mio marito lo trovò, un giorno di inizio maggio di tanti anni fa.
Per andare al lavoro percorrevo ogni giorno la stessa strada ,una mattina passando vicino a un bosco che c'è dietro casa mia sento il miagolio di un gattino, si capiva che era un cucciolo,  pensavo che cercasse la mamma, al ritorno dal lavoro risento ancora la voce del gattino, mi avvicino nella direzione da dove proviene la voce ma niente, silenzio, lo stesso succede la mattina successiva, quando rientro a mezzogiorno racconto a mio marito questo episodio e gli raccomando di cercare il gattino nel pomeriggio.
Mio marito lo cerca ma appena si avvicinava al bosco il gattino non miagola più e così è impossibile individuarlo, il mattino seguente risento lo stesso miagolio ma più debole, ritorno indietro con l'automobile ma niente, rientro in casa e chiedo a mio marito di fare il possibile e l'impossibile per trovare il gattino, ero ormai preoccupata.
Mio marito Giacomo si appostò all'inizio del bosco e aspettò, dopo un po' sentì un debolissimo lamento e di colpo alzò lo sguardo e lo vide, cioè vide una borsa di plastica che si muoveva appena attaccata ad un albero, e capì subito che era lì che c'era il cucciolo.
Giacomo aprì la borsa e fece ricorso a tutto il suo sangue freddo per poter prendere in mano un gattino di non più di quindici giorni rimasto chiuso in una busta di plastica senza mangiare ne bere al freddo della notte e tutto bagnato dalla sua pipì, senza indugi si precipitò dal nostro veterinario che si occupò con molto amore e professionalità dello sventurato cucciolo e, rimessolo in sesto disse a mio marito :" Ecco, adesso è a posto ha solo bisogno di una mamma che lo allatti e lo accudisca", facile da dire ma come farlo?????
Giacomo mentre tornava con il cucciolo dentro la giacca rifletteva su cosa fare, e lì ebbe una stupenda intuizione.
Noi avevamo a casa la nostra Luna che aveva i cuccioli e quindi aveva il latte ma, Luna NON amava i gatti, che fare?????
Mio marito appena a casa decise di tentare il tutto per tutto e mise il gattino insieme ai nostri cuccioli di Yorky e........ miracolo della natura Luna lo leccò e lo allattò come se fosse un suo cucciolo.
Max , così lo abbiamo chiamato, è cresciuto ed è diventato un magnifico gatto , per più di un anno però ha creduto di essere un cane, era una scena straordinaria vedere lui che correva in giardino con i miei Yorkies che abbaiavano e lui con suo enorme stupore " miagolava "  !
Amava Luna come una madre e Dea figlia della nostra Luna come una sorella e loro lo ha amato immensamente, Max era dolce, affettuoso, gentile, educato , era un amore.
Luna Dea e Max ora non ci sono più ma la loro storia penso dovrebbe farci riflettere sia sulla mancanza di sensibilità delle persone che hanno abbandonato Max , sia della lezione di amore e tolleranza che ha dato una piccola femmina di Yorkshire che, al di là di ogni divisione di razza ha accolto un cucciolo non suo e lo ha trattato ne più ne meno come uno dei suoi yorkies.

 

Adelina Borsetto


Data creazione : 18/10/2010 @ 20:49
Ultima modifica : 20/10/2010 @ 16:42
Categoria : Le Loro Storie
Pagina letta 8943 volte


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